Lussazione della spalla
LUSSAZIONE DELLA SPALLA
La lussazione della spalla, detta gleno-omerale è la condizione patologica in cui si perdono i normali rapporti articolari tra la testa dell'omero e la glena della scapola dove essa fisiologicamente alloggia.
E' conseguente a un evento traumatico e ne deriva la lesione da stiramento o la rottura della capsula e delle strutture legamentose e tendinee di sostegno all'articolazione stessa. Può portare anche alla rottura di cartilagine articolare, vasi e nervi.
Talvolta si associa alla rottura del labbro glenoideo, struttura simile al menisco che funge da ammortizzatore e stabilizzatore durante i movimenti. Tale condizione è denominata lesione di Bankart ed è sovente causa di lussazioni recidivanti.
Quando la lussazione è accompagnata dalla rottura della testa dell'omero prende il nome di lesione di Hill Sachs.
Può essere anteriore o posteriore, a seconda della posizione che assume l'omero fuori dalla sua sede e del movimento lesivo. E' più frequente quella anteriore e colpisce maggiormante gli uomini sportivi.
I sintomi sono il forte e improvviso dolore e l'impossibilità al movimento. Il braccio assume un atteggiamento a “penzoloni” e alla palpazione è percepibile un buco al posto della testa dell'omero. Possono associarsi la sensazione di formicolio e di perdita di sensibilità all'arto superiore.
Le cause sono sempre traumatiche, per cadute sulle mani o direttamente sulla spalla, per bruschi movimenti col braccio alzato o per collisione contro un avversario sportivo.
La lassità legamentosa, condizione in cui un legamento ha tensione inferiore al normale e caratterizza l'instabilità dell'articolazione, predispone a frequenti lussazioni anche per sollecitazioni inferiori alla norma.
La diagnosi è fatta clinicamente dall'ortopedico, spesso in pronto soccorso, dove viene confermata da una radiografia che evidenzia la posizione dell'omero ed eventuali fratture. La risonanza magnetica può mettere in luce il grado di lesione delle strutture legamentose, tendinee, vascolari e nervose.
Il trattamento è inizialmente medico. L'ortopedico provvede alla manovra di riduzione della lussazione (riposizionamento dell'omero nella glena) e alla prescrizione di un tutore per l'immobilizzazione dell'arto, che in base alla gravità della lesione può durare dalle due alle quattro settimane.
Il periodo di immobilizzazione è dettato principalmente dall'esigenza dei legamenti di mantenere la posizione accorciata durante il periodo di rimarginazione tissutale. I movimenti della spalla in questa fase solleciterebbero in allungamento i legamenti che perderebbero per sempre la loro caratteristica di rigidità necessaria a stabilizzare i due capi articolari e prevenire recidive.
Durante questo periodo il paziente deve mantenere mobili solo la mano e il polso.
Una volta tolto il tutore bisogna iniziare una precoce e accurata riabilitazione della spalla.
L'immobilizzazione dell'arto è altrettanto indispensabile alla guarigione delle strutture lese quanto responsabile di danni terziari quali:
- ipotrofia muscolare da non uso: le strutture muscolari perdono massa magra, forza ed elasticità
- problemi vascolari come formicolii, mani gonfie e sensazione di intorpidimento
- perdita del normale movimento articolare
- diminuzione dell'ossigenazione dei tessuti.
Poichè la lussazione è causa di instabilità la cuffia dei rotatori perde la sua capacità di stabilizzare l'articolazione durante i movimenti.
La riabilitazione è volta proprio al recupero di tutte le suddette funzioni e consiste in più interventi:
- mobilizzazioni articolari atte al recupero del movimento passivo su tutti i piani ( flessione, abduzione e rotazioni. Attenzione ai movimenti di estrema abduzione e rotazione esterna, che inizialmente potrebbero provocare una nuova lussazione)
- esercizi di rinforzo della cuffia dei rotatori, dapprima in isometria, per guadagnare forza e favorire l'ossigenazione locale, poi in concentrica per recuperare la capacità del muscolo di compiere tutto il movimento articolare, con e senza resistenza. La cuffia dei rotatori è un gruppo di 5 muscoli che collegano l'omero alla scapola, responsabili della stabilità dell'articolazione e per questa ragione sono i principali attori della fase riabilitativa.
- esercizi di mobilità attiva, dapprima in catena cinetica chiusa (col braccio appoggiato al tavolo o su un muro) successivamente in catena cinetica aperta ( sollevare o raggiungere un oggetto)
-esercizi propriocettivi di precisione del movimento
- esercizi di carico, utili a stimolare la vascolarizzazione articolare e la resistenza allo stress
- massoterapia alla zona scapolare, dove l'immobilizzazione crea le maggiori contratture e retrazioni muscolari che limitano il movimento.
La riabilitazione dura circa un mese con la frequenza di tre volte alla settimana, al termine del quale il paziente dovrà proseguire in autonomia gli esercizi appresi fino a completa guarigione.
Periodici controlli a distanza sono utili a valutare il ripristino della complessa fisiologia dell'articolazione della spalla, in cui forza, elasticità, resistenza, stabilità e precisione permettono di prevenire infortuni successivi.
spalla
Tutore di immobilizzazione
Rinforzo della cuffia dei rotatori
Rinforzo dei muscoli scapolari
Mobilizzazione passiva assistita dal fisioterapista
Terapie Consigliate
Trattamenti Indicati