Discopatie e Ernie lombari

DISCOPATIE E ERNIE LOMBARI


Il disco intervertebrale è una giunzione fibrocartilaginea situata tra due vertebre adiacenti il cui scopo è quello di ammortizzare e armonizzare i movimenti tra i vari segmenti della colonna vertebrale.
Il disco è suddiviso in 2 parti:
- Il nucleo polposo, costituito da fibre collagene di tipo II, che ha una consistenza gelatinosa in quanto composto all’ 88% da acqua;
- L’anulus fibroso composto da fibre collagene di tipo I immerse in una matrice di proteoglicani e disposte in lamelle concentriche.
I dischi (fatta eccezione per l'estrema periferia dell'anulus) non sono vascolarizzati e vengono nutriti per diffusione dalle trabecole delle vertebre adiacenti, per questo motivo, per mantenerli sani è necessario cambiare regolarmente posizioni per alternare situazioni di carico (come la stazione eretta che tende a disidratare il disco) a situazioni di scarico (come la posizione clinostatica che porta a un’idratazione) per consentire una nutrizione costante e il mantenimento di uno spessore adeguato.
Quando il disco subisce un’alterazione, essa viene genericamente indicata con il nome di discopatia, la quale rappresenta la causa nel 28-43% dei casi dei casi di dolore lombare.

Cause
Queste problematiche possono derivare da traumi e sollecitazioni subiti dal rachide durante l’attività fisica, sollevando dei pesi, o dovuti al mantenimento prolungato di posture “errate”.
Tra i principali fattori di rischio è importante sottolineare:
- Eccessivo peso corporeo;
- Fumo;
- Altezza superiore ai 170-180cm;
- Età (le ernie sono più frequenti tra i 30 e i 50 anni);
- Lavori che prevedono movimentazione di carichi pesanti (es. muratore) o esposizione a vibrazioni (autisti di messi pesanti) o che richiedono posture sedute mantenute a lungo;
- Le alterazioni delle curve della colonna vertebrale;
- Sforzi eccessivi superiori a quanto concesso dal proprio stato di fitness;
- Lesioni o traumi a livello della colonna;
- Patologie infiammatorie o metaboliche;
- Artrosi importante;
- Osteoporosi.


Due delle discopatie principali sono le protrusioni e le ernie discali.
- Le prime consistono in una deformazione dello strato più esterno del disco, spesso conseguenti all’invecchiamento, in assenza di lesioni strutturali dell’anulus.
- Le ernie invece consistono nella fuoriuscita di parte del nucleo polposo attraverso delle fissurazioni della parte esterna del disco che se invade uno spazio non pertinente al canale vertebrale prende il nome di ernia migrata.

Le protrusioni e, talvolta le ernie, possono essere asintomatiche, mentre, quando si manifestano i sintomi non ci sono particolari differenze tra gli effetti clinici di una rispetto all’altra. Entrambe possono manifestarsi attraverso:
- Il dolore discogenico: caratterizzato da dolore lombare in sede mediana causato dal carico meccanico in assenza di deficit neurologici; esso è accentuato dall’estensione degli arti e dalla flessione/deflessione de tronco e può essere espressione precoce della rottura dell’anulus fibroso che precede un’ernia.
- Il dolore radicolare: dolore agli arti inferiori legato a un processo che origina a livello delle radici lombari che segue il decorso del nervo e il relativo territorio di innervazione. A livello lombare le aree generalmente interessate sono la regione posteriore dell’arto inferiore se vengono interessate le radici L5-S1 o la regione anteriore della coscia se vengono interessate le radici L3-L4.
- Parestesie: sensazione di scosse elettriche, formicolii, intorpidimento, sensazione di rigidità;
- Deficit di forza a livello degli arti inferiori, che generalmente compaiono quando la compressione delle radici nervose è importante.
- Atassia
Una Caratteristica tipica dei disturbi di questo tipo è un esacerbamento dei sintomi in seguito a colpi di tosse e starnuti o al mantenimento della postura eretta o seduta per lunghi periodi. 
Se dovessero manifestarsi deficit della sensibilità a livello della regione perineale, deficit del controllo intestinale/vescicale e/o paresi agli arti inferiori è bene contattare un medico con URGENZA.


Per quanto riguarda la diagnosi non sono sufficienti gli esami strumentali in quanto le risonanze magnetiche e le TAC, seppur molto importanti, rilevano alterazioni normalmente presenti anche in soggetti asintomatici una volta superata la soglia dei 30 anni, pertanto non sono necessariamente legate alla sintomatologia.
Per questo motivo per inquadrare il problema rivestono fondamentale importanza:
- Un’accurata anamnesi recente e remota per identificare l’andamento dei sintomi, l’esordio, le attività aggravanti/allevianti, il tipo di dolore e la sua localizzazione;
- Una valutazione funzionale per identificare pattern clinici indice di problematica discale, durante la quale si verificano le informazioni raccolte attraverso l’indagine anamnestica;
- Una valutazione neurologica per valutare l’eventuale interessamento delle fibre nervose e la sede della compressione (utile per identificare la sede della discopatia);
- L’elettromiografia per valutare la conduzione nervosa in caso all’esame neurologico si siano evidenziati deficit neurologici.


Prevenzione
Purtroppo non è sempre possibile prevenire un’ernia discale, ma esistono modi per ridurre il rischio di svilupparla:
Fare attività fisica regolare e mantenere uno stile di vita attivo;
Stretching e rafforzamento dei muscoli;
Mantenere un peso adeguato;
Mantenere una postura corretta;
Evitare, dove possibile, di stare seduti troppo a lungo senza cambiare posizione;
Usare tecniche corrette nel sollevare oggetti pesanti utilizzando le gambe, mantenendo il peso il più vicino possibile al corpo ed evitando torsioni;


Trattamento
Soprattutto nella fase acuta risulta utile l’assunzione di farmaci a scopo antalgico e antinfiammatorio (talvolta i disturbi neurologici possono essere legati alla “zuppa infiammatoria” conseguente alla discopatia più che da una compressione meccanica dovuta al disco). 
Elemento importante del trattamento è il fisioterapista che imposterà, in collaborazione con la persona, un piano di trattamento che può comprendere:
- terapia manuale;
- rieducazione posturale;
- la somministrazione di esercizi terapeutici;
- trattamento neurodinamico;
- tens e ultrasuonoterapia e tecarterapia a scopo antalgico.


Le indicazioni di un esperto, inoltre, risultano utili per potersi muovere in modo sicuro e protetto, evitando di generare sovraccarichi alla colonna. Questo è di fondamentale importanza dato che il riposo assoluto NON è mai una soluzione, ed è pertanto necessario mantenersi attivi.
In casi accuratamente selezionati è possibile considerare il trattamento tramite ozonoterapia mentre nel caso in cui il trattamento conservativo dovesse fallire, in presenza di un peggioramento rapido e progressivo del quadro clinico o in caso di importanti deficit neurologici è necessario intervenire chirurgicamente attraverso la discectomia ossia l’asportazione di una parte del disco patologico. Quest’intervento, tuttavia, non garantisce la totale assenza di future recidive in quanto riduce la sintomatologia ma non modifica il processo che ha portato alla comparsa della discopatia.  Se la porzione di disco da asportare è importante esiste la possibilità di posizionare uno specifico spaziatore per sostituirlo.

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